Roma – Salta il faccia tra il premier Mario Draghi e il leader M5s, Giuseppe Conte, posticipato a Mercoledì a causa della tragedia della Marmolada che vede il presidente del Consiglio impegnato nel sopralluogo in Trentino. Lo stesso Conte aveva dato la disponibilità al rinvio dell’incontro quando ha saputo che il capo del governo si stava recando a Canazei. Poche parole quelle del leader pentastellato in vista di un colloquio che si è reso necessario dopo i dissidi di questi giorni nati dalle rivelazioni del sociologo Domenico De Masi, secondo cui Beppe Grillo gli avrebbe rivelato le pressioni del premier per chiedere al fondatore del Movimento la rimozione di Conte dalla guida del partito. Sullo sfondo ad oggi c’è l’incognita dell’uscita dall’Esecutivo per un eventuale appoggio esterno, un epilogo verso il quale stanno spingendo molti interni del Movimento e completamente disapprovato da Draghi. Un processo che minerebbe le fondamenta della tenuta del governo e per il quale il Pd ha posto già dei paletti in vista delle politiche del 2023. In sostanza se ci sarà una rottura non ci sarà nessuna alleanza. Quel che è certo intanto è che Conte si presenterà a palazzo Chigi con una serie di dossier. Primo tra tutti i negoziati per la pace in Ucraina, a seguire, salario minimo, reddito di cittadinanza e termovalorizzatore di Roma.
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