BARI – Un trentenne della provincia di Bari, detenuto nel carcere dello stesso capoluogo pugliese da poche ore per scontare una condanna per omicidio, si è tolto la vita questa mattina impiccandosi con un lenzuolo annodato alle inferriate della finestra della sua cella. Lo rende noto il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Federico Pilagatti. L’uomo, che aveva problemi psichiatrici, avrebbe finito di scontare la pena tra 20 anni. “Ormai – si legge in una nota – si inizia a perdere il conto dei detenuti suicidatisi nei penitenziari della regione Puglia, senza che ciò scuota la coscienza di alcuno”. Secondo Pilagatti, il detenuto era stato “allocato nell’inferno del carcere di Bari che è diventata la sezione ex femminile chiusa per inagibilità, ma riaperta per l’emergenza Covid e poi diventata la discarica dei detenuti psichiatrici”. Il Sappe “diffida l’amministrazione penitenziaria nel praticare il solito gioco di scarico di responsabilità per poi incolpare i poveri poliziotti costretti a lavorare in quel reparto in una situazione di emergenza sia per quando riguarda le condizioni igienico sanitarie, sia – conclude la nota – per la tipologia di detenuti abbandonati da tutti al loro destino, da soli”.
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