BRINDISI- Riceviamo e pubblichiamo nota stampa della presidenza provinciale Acli Brindisi.
“Le Associazioni cristiane lavoratori italiani esprimono totale preoccupazione per una classe dirigente che si divide e si indigna, tra pro e contro, per l’iniziativa imprenditoriale del deposito gas di recente autorizzato dalla Regione Puglia, non mettendoci la stessa indignazione per l’assenza di un progetto complessivo di sviluppo del nostro territorio che tenga conto di tutti i Comuni della Provincia, delle loro vocazioni e delle loro potenzialità, nel contesto più ampio e più largo delle strategie regionali.
Ci appare davvero surreale che tutti si affannino a rincorrere l’osso che le multinazionali lanciano, quando quel lancio dovrebbe essere il territorio a effettuarlo, orientando lo sviluppo e non subendolo.
Abbiamo migliaia di ettari di patrimonio culturale pubblico inutilizzato, perché non ci dedichiamo a farlo diventare una grande comunità energetica diffusa, funzionalizzando tanti terreni abbandonati che oggi rappresentano un costo economico e di igiene e sanità pubblica per i Comuni?
Perché non mettiamo fine a camini e fumari che farebbero decollare turisticamente la nostra costa, tenuta viva dal coraggio infaticabile degli imprenditori del turismo?
Perché ancora dobbiamo produrre sviluppo o pseudo sviluppo costruito a spizzichi e mozzichi e non invece globalmente? Possiamo conoscere la strategia complessiva (se c’è!)?
Lo sviluppo non si misura solo sui posti di lavoro (Ilva docet), ma anche sulla sostenibilità ambientale, sugli effetti per la salute, sulla ricaduta economica complessiva per tutti i territori circostanti e non solo su quelli, presunti, per il capoluogo che dovrebbe farsi carico dell’intero territorio provinciale!
Il nostro territorio scelga di che morte deve morire, se rimanere colonizzato o se autodeterminarsi! Per quanto riguarda la nostra organizzazione nessuno ha più deleghe in bianco e auspichiamo un protagonismo massiccio e rinnovato di tutta la società civile ed ecclesiale, autorità civili e religiose, uniti dalla vocazione riformista e dall’amore per il bene di tutti e di ciascuno!”
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