«Le parole del Ministro del Turismo Garavaglia, che paventa di risolvere il problema della mancanza dei lavoratori nel settore turistico con la modifica in peiusdel reddito di cittadinanza, non denotano la volontà di risolvere le questioni importanti di questo Paese bensì di acuirle. Ad oggi il reddito di cittadinanza è stato unostrumento efficace per contrastare la povertà che ha raggiunto fette sempre più grandi della popolazione italiana. Siamo consapevoli del fatto che si tratti di una misura che va modificata (al fine di migliorarla e non certo di indebolirla) per agganciarla strettamente alla riforma delle politiche attive del lavoro; tuttavia ciò non significa che sia ad esso imputabile la mancanza di lavoratori nel comparto del turismo.
Questa problematica delle strutture turistiche nulla ha a che fare con quella misura di sostegno al reddito di tante famiglie in serissime difficoltà.
“Come il nostro sindacato suggerisce da mesi – afferma Marcello Frassanito, Segretario Generale della Fisascat Cisl di Lecce – sarebbe sufficiente applicare i contratti buoni che disciplinano le prestazioni lavorative di molti lavoratori. Quando parliamo di contratti ‘buoni’ stiamo a significare che evidentemente nel settore esistono contratti che consentono l’autentico sfruttamento di donne e uomini, giovani e meno giovani impiegati nel comparto. Se i lavoratori fossero retribuitigiustamente e rispettati nei loro diritti non si avrebbe alcuna mancanza di personale”.
Un anno fa la Fisascat Lecce in una nota scriveva queste parole:
“Rispetto dell’orario di lavoro, riconoscimento della giornata di riposo, pagamento dello straordinario. Di questo è fatto il terreno scivoloso su cui perde l’equilibrio ogni considerazione che vuole soffermarsi sui rapporti tra datori di lavoro e dipendenti in un settore strategico per lo sviluppo del territorio quale è quello turistico”.
Parole di verità e non certo profetiche quelle che offrivamo alla pubblica riflessione all’indomani dell’uscita del Paese dall’ennesima emergenza sanitaria.
«Se continuiamo a cercare la massima esperienza in cambio di stipendi davvero bassi, ingiustificabili alla luce del numero delle ore di lavoro effettuate – conclude Marcello Frassanito–, non possiamo dire di voler affrontare e risolvere il problema che denunciamo. Chi può andare in territori dove la professionalità viene apprezzata e pagata si sposta per la durata della stagione, chi rimane si arrangia. Purtroppo! Senza dimenticare quello che accade dopo turni di lavoro estenuanti, quando poi i lavoratori si ritirano a casa in piena notte mettendo a rischio la propria vita. La professionalità va chiesta e va retribuita! Il resto sono solo parole che confondono, come detto, la causa con gli effetti delle questioni».
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