ALTAMURA- L’avrebbero prelevato dal circolo ricreativo in cui si trovava e l’avrebbero portato in campagna per ammazzarlo a colpi di pistola. Poi l’avrebbero caricato in auto e portato al boss di un sodalizio mafioso – già arrestato quale mandante nel 2019- che l’avrebbe soppresso e nascosto il cadavere. Due presunti killer ritenuti appartenenti al clan D’Abramo – Sforza sono stati arrestati con l’accusa di omicidio (cosiddetta lupara bianca), occultamento di cadavere e porto e detenzione di arma da fuoco.
Sono stati i carabinieri del nucleo Investigativo di Bari a dare esecuzione a un’ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione distrettuale Antimafia, nella quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza nel procedimento a carico di due soggetti.
L’omicidio di Angelo Popolizio del 7 agosto 2014
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), alle prime ore del 7 agosto 2014, gli indagati, C.F., classe 78, e O.C.M., classe 83, ritenuti appartenenti al clan D’Abramo – Sforza, avrebbero prelevato Popolizio Angelo, all’epoca 28enne, dal circolo ricreativo ove si trovava, e, dopo averlo condotto in aperta campagna, l’avrebbero ucciso esplodendo diversi colpi di arma da fuoco. Caricato il cadavere in auto, poi, lo avrebbero lasciato in custodia a un elemento apicale di quel sodalizio mafioso – già arrestato quale mandante nel 2019 – che si sarebbe occupato di sopprimerlo e nasconderlo, non consentendo agli inquirenti, allo stato, di ritrovarlo.
L’attività d’indagine del nucleo investigativo della Dda
Le indagini, condotte dai militari del nucleo Investigativo e coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Bari, sviluppate perlopiù mediante servizi di osservazione e pedinamento effettuati in territori ostili e per mezzo di attività tecniche, supportate inoltre da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati e di individuare il movente della lupara bianca. Il presunto mandante, infatti, secondo la tesi accusatoria, avrebbe commissionato il delitto ai due sodali dopo avere appreso che il 28enne sarebbe stato, a sua volta, incaricato da un elemento di spicco di un’altra consorteria mafiosa locale, di ucciderlo.
Il quadro indiziario raccolto dai carabinieri a carico dei due indagati è stato condiviso dalla Procura della Repubblica di Bari che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha disposto la cattura dei due soggetti, allo stato già detenuti per altra causa.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
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