POTENZA- C’è anche una mensa scolastica di Potenza tra le attività di controllo dei Nas nel primo quadrimestre del 2022: i militari hanno trovato sporcizia in cucina e sequestrato 255 chili di cibo avariato.
I carabinieri di Potenza hanno intensificato la propria azione di contrasto alle attività illecite perpetrate nel comparto alimentare e sanitario e, purtroppo, i risultati sono negativi sia per quanto riguarda le aziende alimentari che quelle che forniscono servizi sanitari.
Comparto alimentare: quasi 2 milioni di strutture sequestrate
I comparti risultano sempre più spesso minacciati da condotte fraudolente e truffaldine che, talvolta, possono risultare pericolose per la salute pubblica, oltre che minare l’assetto economico di imprese e professionisti leali. Nei vari comparti di specialità sono state effettuate complessivamente 617 ispezioni, rilevando 38 non conformità che hanno comportato la contestazione di 18 sanzioni amministrative per un valore di 11.900 euro e la segnalazione di 15 persone alle varie autorità amministrative e sanitarie.
Inoltre, la scoperta di 26 violazioni di natura penale con il conseguente deferimento all’autorità giudiziaria di 24 persone, nonché il sequestro/chiusura di strutture/alimenti per un valore complessivo di circa 1.800.000 euro.
Abuso professioni sanitarie: mancanza di titolo di studio
In tale ottica, importanti risultati sono stati ottenuti nell’azione di contrasto all’esercizio abusivo delle professioni sanitarie. Tale attività, sviluppatasi mediante una preventiva ed efficace attività d’intelligence, ha permesso di individuare e deferire in stato di libertà all’autorità giudiziaria, per il reato di cui all’art.348 c.p. (esercizio abusivo di una professione sanitaria) un considerevole numero di operatori sanitari che ha svolto la propria opera, sia nell’impiego pubblico che privato, nel sommerso e senza aver richiesto ed ottenuto la prescritta iscrizione ai relativi albi professionali, in taluni casi senza nemmeno essere in possesso del prescritto titolo di studio, in violazione dei precetti della L.3/2018 (cd. legge Lorenzin) sul riordino delle professioni sanitarie.
Sempre nell’ambito sanitario, particolare impulso è stato dato ai controlli per la verifica del rispetto delle normative anticovid-19, sia con riguardo al possesso delle certificazioni verdi (cd. “green pass”), sia con riguardo al controllo del rispetto delle norme comportamentali prescritte, presso strutture sanitarie pubbliche e private, nonché presso esercizi pubblici per la somministrazione di alimenti e bevande. In tale ambito, sono state effettuate anche verifiche circa il rispetto dei protocolli operativi afferenti le modalità di approvvigionamento ed esecuzione dei tamponi antigenici rapidi presso le farmacie all’uopo autorizzate. Al riguardo, sono state effettuate complessivamente circa 500 (cinquecento) ispezioni, rilevando 5 violazioni amministrative per un valore complessivo di 1.500 euro.
Farmacia senza autorizzazioni per tampone
In tre casi sono state riscontrate gravi carenze strutturali ed operative presso altrettante farmacie autorizzate al prelievo dei tamponi, mentre in un caso è stata individuata una parafarmacia che effettuava abusivamente il prelievo di tamponi antigenici, con conseguente deferimento del titolare all’autorità giudiziaria, per esercizio abusivo dell’attività di farmacia (unica tipologia di struttura autorizzata al prelievo di tamponi) e falso ideologico.
Denunciati undici titolari d’azienda per mancata tracciabilità alimenti
Nel comparto alimentare, inoltre, sono state eseguite 46 ispezioni, riscontrando 12 non conformità, spesso connesse con la mancata tracciabilità degli alimenti, che hanno consentito di contestare 11 violazioni amministrative, per un valore di 11.400 euro, e la segnalazione alle varie autorità amministrative e sanitarie di 11 titolari d’azienda.
Il caso della mensa scolastica nella sporcizia
Nel caso di una mensa scolastica sono state individuate violazioni di natura penale connesse con il cattivo stato di conservazione degli alimenti e con la frode nelle pubbliche forniture, avendo riscontrato che gli alimenti somministrati non corrispondevano a quelli prescritti dal capitolato d’appalto. In tale caso i titolari dell’azienda gestrice del servizio sono stati deferiti all’A.G. competente. Nel complesso sono stati sottoposti a sequestro 255 chili di alimenti per un valore di circa 170 mila euro.
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