TARANTO – Adesso è ufficiale, saranno quattro i candidati alla carica di sindaco di Taranto. Centrosinistra e centrodestra raggruppati in due grandi coalizioni: “Ecosistema Taranto” e “Grande Alleanza per Taranto”, sono state depositate ventisette liste entro le 12 di oggi, sabato 14 maggio. I candidati sindaco sono Rinaldo Melucci, del Pd, sindaco uscente per il centrosinistra; Walter Musillo, ex segretario del Pd anni addietro e ora di area civica per la coalizione che unisce centrodestra (FI, FdI e “Prima l’Italia”, il nome con cui la Lega ha scelto di correre a Taranto) e civici di varia estrazione; Massimo Battista, consigliere comunale uscente, e Luigi Abbate, a capo di altri schieramenti. Rispetto alle comunali di giugno 2017, c’é una forte riduzione sia di liste che di candidati sindaco.
A Taranto il Consiglio è decaduto da metà novembre, quando diciassette consiglieri si sono dimessi, tra questi diversi esponenti della maggioranza di centrosinistra che sosteneva il sindaco uscente Melucci, presenti anche in giunta, e che poi si sono uniti in blocco col centrodestra. L’idea di un cartello alternativo a Melucci è nata a Taranto attraverso lo stesso Musillo, il presidente della Provincia, Giovanni Gugliotti, e il consigliere regionale Puglia, Massimiliano Stellato, che però in Regione è rimasto col centrosinistra e con la maggioranza del governatore Michele Emiliano. Il varo dell’alleanza civici-centrodestra è avvenuto a febbraio a Roma con i coordinatori regionali pugliesi di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. In quanto ai candidati sindaco dei principali schieramenti, Melucci propone un piano in continuità col lavoro già fatto, puntando sul rilancio della città in chiave turistica, di nuova economia, cultura e grandi infrastrutture come le linee bus elettriche veloci. Musillo propone la ricucitura della città tra centro e periferie, rilancio di queste ultime, pari opportunità in termini di servizi per tutti i cittadini indipendentemente dal quartiere di residenza. Battista e Abbate, infine, chiedono tra l’altro la chiusura delle fonti inquinanti in relazione all’ex Ilva. (AGI)
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