UniBa, lo stipendio del rettore aumenterà del 128%

Nessun aumento arbitrario o unilaterale, ma solo l’applicazione di un decreto ministeriale che, tabelle alla mano, consente agli atenei di adeguare il compenso dei propri organi investiti di maggiori responsabilità, quindi anche dei rettori. E’ questa la cornice, secondo l’Università Aldo Moro di Bari, in cui è maturata la decisione, assunta dal consiglio di amministrazione, di avallare l’aumento dello stipendio del rettore Stefano Bronzini del 128%, per farlo passare dagli attuali 71.856 a 160mila euro annui.

Il via libera ha però generato moltissime polemiche, come già avvenuto nel recente passato quando fu deciso l’aumento dello stipendio del rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, e quello del rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice, che ha però fatto un passo indietro.

Bronzini dice di non sentirsi particolarmente colpito dalle polemiche, perché “credo ci siano aspetti più interessanti sui quali dialogare”, ma di essere consapevole che la questione “tocca le corde della sensibilità”, quindi “occorre chiarire che abbiamo applicato una norma secondo le tabelle ministeriali che premiano gli atenei”. Un decreto ministeriale che considera cambiate le regole di ingaggio dei rettori, chiamati oggi a maggiori responsabilità rispetto al passato. E che in ogni caso subordina l’aumento effettivo dello stipendio alla valutazione del Mef, al quale l’Uniba ha inviato tutta la documentazione richiesta.

Dal punto di vista economico, Bronzini chiarisce che “non c’è varianza di spesa”, perché si tratta di fondi già previsti dal bilancio che consentono di investire negli organi collegiali. Poi spiega di essersi augurato che “una figura apicale con moltissime responsabilità, cosa che riguarda anche chi resterà dopo di me, fosse considerata in modo proporzionale rispetto ai tempi”.

E’ lo stesso rettore a precisare di mettere “la firma su svariati milioni di euro” una responsabilità, dice, che “si estende a tutto il personale, circa tremila persone, a 42mila studenti, a 700mila metri quadri di strutture, di cui 600mila coperti, ad appalti”. Ai quali si aggiungono “sedi territoriali dal Gargano al Salento, un’azienda in Basilicata” quindi, evidenzia il rettore, “una complessità enorme”.

Quanto all’eventuale retroattività dell’aumento, la nota ministeriale indica il 2022. “Se avremo il responso positivo, decideremo come applicarla – conclude il rettore -. Aspettiamo le valutazioni che si fondano anche sulla situazione del bilancio, che è virtuosa”.

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